Il regalo di Wjulia

Il regalo di Wjulia

In Polonia, nella seconda metà dell’Ottocento, si usciva faticosamente da uno degli interminabili periodi di guerra. Un po’ di pace era arrivata, ma povertà e dolore erano dappertutto.

Il cancello di ingresso al Palazzo Tarnowski di Końskie

In una fredda serata d'autunno, mentre il vento sferzava le strade di Końskie, Wjulia, una donna dal cuore generoso e dalla mente vivace, camminava a passo svelto per le vie del piccolo paese polacco. La sua giornata era stata densa di impegni, ma una strana sensazione di inquietudine la accompagnava.

Mentre percorreva la strada principale, vide una figura solitaria seduta su una panchina, avvolta in stracci logori e con lo sguardo perso nell'infinito. Era una donna anziana, la ruga della povertà incisa sul viso segnato dal tempo. Il cuore di Wjulia si strinse nel vederla così, sola e indigente.

La Cappella del Parco Małachowski

Senza esitare, si avvicinò con passo deciso e gentile, offrendole del cibo caldo che aveva appena acquistato. La donna anziana, sorpresa e commossa da quel gesto di gentilezza, accettò con gratitudine. Iniziarono a parlare e Wjulia ascoltò la storia di una vita segnata da difficoltà, di giorni trascorsi senza un pasto caldo o un tetto sopra la testa.

Il calore umano che si creò tra loro, unito alla generosità di Wjulia, spinse la donna anziana a mostrare la sua gratitudine in un modo inaspettato. Con una luce negli occhi, raccontò di possedere un tesoro nascosto, un'eredità di famiglia che custodiva gelosamente: una cassa piena di tazze di porcellana pregiata.


Ceramiche di Bolesławiec

La donna insistette per offrire a Wjulia questo dono, come segno tangibile della sua riconoscenza per il gesto di gentilezza e compassione che le aveva mostrato. Wjulia, commossa, tentennò per un momento, sentendo la gravità di quel gesto. Ma poi, accettò con un sorriso luminoso, capendo che quella non era solo una generosità materiale, ma un dono di cuore.

Le due donne si salutarono con la promessa di rincontrarsi, con la speranza di un futuro migliore per entrambe. Wjulia, grazie alle indicazioni della donna, trovò la casa, ormai abbandonata, e al suo interno trovò la cassa, effettivamente traboccante di oggetti bellissimi e di valore.

Con la cassa di tazze preziose tra le braccia, tornò a casa, riflettendo sul potere trasformativo della gentilezza e della compassione. La serata aveva portato non solo un tesoro materiale, ma anche un tesoro di emozioni e connessioni umane che avrebbero continuato a brillare nel suo cuore per molto tempo a venire.

La Glorietta

Ma Wjulia sentiva di poter fare ancora qualcosa, anzi sentiva di doverlo fare. Così mise in vendita le tazze, che andarono a ruba molto velocemente anche perché chiedeva prezzi ragionevoli, e con il ricavato comprò degli abiti nuovi e caldi per la donna anziana. La cercò, non senza fatica perché la poveretta si era spostata di quartiere, ma la trovò e stavolta le fece promettere che si sarebbe fatta sempre ritrovare. Si offrì di vendere per lei anche le altre cose che la casa abbandonata custodiva, e gliene diede il ricavato.

Nel frattempo, poiché i tempi erano difficili per tutti, altre persone cercarono Wulia e le chiesero se potesse vendere per loro altri beni pregiati: porcellane, soprammobili, cristalli, specchi, e anche altre tazze. Wjulia ci mise poco a organizzarsi e in pratica mise su velocemente un piccolo negozio di articoli antichi e da regalo. Soprattutto porcellane. Specialmente tazze.

Wjulia prese a lavorare con sé la donna anziana, che non credeva a tanta generosità, la salvò dalla strada e le diede una casa e una sicurezza per il suo futuro.

Il negozio crebbe, pian piano divenne molto conosciuto; alla morte di Wjulia i figli lo raccolsero come la più preziosa sua eredità e continuarono l’attività. Altre guerre vennero, altri periodi difficili e duri, altri tempi di ingiusta sofferenza della gente di Końskie. E delle genti vicine. Ma il negozio è sempre rimasto nella famiglia di Wjulia, anche quando venne un tempo in cui il commercio era rigidamente controllato dallo stato e la gente aveva bisogno di generi di prima necessità e non aveva modo di occuparsi di porcellane e altre ceramiche. Nemmeno di quelle famose di Bolesławiec, orgoglio nazionale e antichissima tradizione sin dal Medioevo.

Diceva Khalil Gibran che «non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte». La lunga notte di quel gramo periodo venne a conclusione e lasciò il posto a un’alba fredda e incerta. Anche nella famiglia di Wjulia ci furono partenze per mete lontane in cerca di migliori opportunità. Anche il nuovo sistema rendeva difficile ricostruire l’attività che il negozio aveva conosciuto in passato, e nuovi prodotti “moderni”, senza alcuna tradizione e senza legame con la storia del nostro popolo, ma spesso molto economici, riempivano le sporte di chi comprava articoli da regalo. Così i pochi familiari rimasti hanno potuto continuare a vendere solo pochi articoli, fino a porre un doloroso termine alla nostra tradizione pochi anni fa.

Ma non ci siamo affatto arresi, così oggi il negozio rinasce in un modo diverso: è diventato un negozio digitale.
𝒲𝒿𝓊𝓁𝒾𝒶'𝓈 𝑔𝒾𝒻𝓉
Il regalo di Wjulia.

Noi eredi di Wjulia che ci siamo stabiliti in Italia, in questa terra che abbiamo potuto conoscere e amare alla fine del Novecento, in questo Paese che ci ha fatto conoscere il bello in ogni forma d’arte, sentiamo di avere ancora qualcosa da condividere. Della nostra tradizione, del nostro vissuto, del nostro orgoglio e della nostra passione: il piacere di un bel dono.
Lavoriamo per consentire a quante più persone possibile di fare un dono di quelli che si ricordano, che fanno ricordare chi dona, così come noi ricordiamo Wjulia. 

Non abbiamo mai saputo il nome della donna anziana. Anche il suo ricordo, però, è sempre con noi. Come un dono ricevuto.

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